Dalla Russia a Nettuno senza perdere il contatto con l’atletica, Vladimir da dove nasce la tua grande passione per questo sport?
Fin da bambino amavo correre veloce, infatti i primi passi nell’atletica li ho fatti nella velocità. Grazie al mio fratello maggiore che mi ha portato alla sezione di atletica e agli allenatori che ho trovato, questo amore vive in me ancora oggi
Da giovane sei stato un ottimo lunghista, ci racconti qualcosa sulle tue prestazioni e sull’atletica dei tuoi tempi in Russia?
Io sono figlio della grande Unione Sovietica. Fare sport all’epoca dell’Unione Sovietica era una cosa di moda, un attività prestigiosa e salutare. E tralasciando le questioni politiche e ideologiche che magari influirono su alcuni aspetti di atletica (anzi di tutti gli sport) non in maniera sempre positiva, l’amore per lo sport, è comunque nel DNA dei russi… E come già detto prima ho iniziato correndo la velocità, ma un giorno sono stato notato dal mio futuro allenatore, che per me era un mito, Prof. Igor Aramovich Ter-Ovanesyan (Ai recenti Mondiali di Mosca è stato premiato con il premio della fair play), e sono passato ai salti. Ho gareggiato a livelli nazionali ed internazionali fino alle categorie giovanili. Ma poi … Erano gli anni 90, anni molto difficile per tutta la Russia e per i paesi che componevano l’Unione Sovietica. Purtroppo per diversi motivi non ho potuto proseguire la mia carriera da atleta.
A Nettuno hai dato vita ad un sodalizio che dura ormai da diversi anni, quali sono i ricordi più significativi della tua Olimpia Nettuno in questi anni?
Quando ho iniziato ero da solo e avevo 12 bambini. Alcuni personaggi mi dicevano, “tanto non duri più di un anno”. Oggi, dopo 7 anni, quando vengo ogni giorno in pista e non riesco a trovare il parcheggio davanti allo stadio per numero di persone che ci sono al campo per fare l’atletica, il mio cuore canta!!!
Adesso la squadra com’è strutturata in termini di organigramma e quanti iscritti avete?
Oggi l’Olimpia Atletica Nettuno è una organizzazione molto bella, non so se si nota, ma lo dico con tanto orgoglio. E non solo per il merito mio, ma per il lavoro, l’entusiasmo e la passione di un gruppo di persone che sono una vera famiglia. Siamo 5 soci fondatori, che formiamo un consiglio direttivo. CD che decide le linee guida di come portare avanti il nostro sogno. Poi abbiamo la struttura tecnica, composta da 12 istruttori che coprono tutti le specialità. Fino alla categoria ragazze i gruppi sono divisi per età, dopo principalmente per specialità, che comunque non prevede una specializzazione subito da cadetto. Siamo abbastanza numerosi. Considerando anche i piccolini che non sono tesserabili per la FIDAL, ma sono tesserati con EPS, siamo più di 300 tesserati. Oltre tutto, da quest’anno, siamo presenti in varie scuole della città come progetti di educazione fisica (fatti in collaborazione con il comitato provinciale Roma Sud)
Come siete messi con l’impiantistica e cosa pensi sia l’esigenza più urgente per la vostra attività?
Oddio, questo è il tasto più dolente. La pista di atletica come tale da noi non esiste!!! Cioe è una pista che a tratti ha un po’ di tartan!!! Così forse è più chiaro! E un vero peccato. Non esiste neanche un pistino coperto. Però abbiamo una palestra scolastica di una scuola nei pressi dello stadio, che utilizziamo grazie al Comune di Nettuno. Ovviamente, l’esigenza più urgente è la pista! Sia per il discorso di sicurezza, sia per il discorso di crescita. Oggi con una pista nuova, potevamo avere minimo il numero doppio di atleti. Prova a pensare che abbiamo un bacino d’utenza di oltre 100.000 abitanti, considerando Nettuno e le zone limitrofe. E poi abbiamo alcuni ragazzi che mirano agli obbiettivi molto ambiziosi e quindi hanno bisogno di una struttura adeguata. Il Comune di Nettuno, sta elaborando varie possibilità di rifarci la pista, considerando proprio un elevato impatto sociale del campo di atletica leggera.
Sei dirigente e soprattutto allenatore, di quelli che si incontrano tutti i giorni al campo. Quanto tempo dedichi all’atletica?
Direi tantissimo. Oltre 4-5 ore che passo dal pomeriggio alla sera al campo come allenatore, mi occupo delle cose organizzative e logistiche dell’ associazione, come presidente. Lo faccio nella mattinata, ovviamente quando il lavoro principale me lo permette. Senza considerare ore passate davanti al PC, per i programmi, valutazioni, statistiche e cose varie.
Tra gli atleti che segui c’è soprattutto tua figlia Valentina, che segui personalmente sin dagli esordi. Quali sono i vantaggi e le difficoltà di allenare tua figlia?
Confesso che allenare Valentina, è un piacere. C’è un feeling tale che a volte non serve nemmeno guardarsi negli occhi per capirci. Abbiamo istaurato un rapporto molto marcato papà-figlia /allenatore-atleta. Con un po’ di “battaglie”, considerando che lei è una adolescente con tutti gli annessi e connessi. Sono dovuto scendere a compromessi, anche perché e solo ora che lei comincia a prendere le sembianze di un atleta vera. Ma Vale è una ragazza molto seria, determinata e sinceramente io non trovo nessuna difficoltà ad allenarla, anzi come ho già detto solo piacere.
Qual è la caratteristica migliore di Valentina per il salto in lungo e dove pensi ci sia da migliorare di più?
Mamma natura le ha dato molta forza, e altre capacità fisiche da renderla forte e veloce. Caratteristiche fondamentali per fare una buona saltatrice. Ma la forza senza il controllo e la tecnica non serve a niente. Anzi, può creare anche i danni. E Valentina ha avuto delle difficoltà fisiche proprio per questo motivo. Quindi ci si deve lavorare soprattutto sulla tecnica. Sul gesto atletico, ma non solo del salto, ma di tutto ciò che è legato ad esso.
Quanti atleti segui complessivamente, e tra questi quali sono le migliori individualità?
Nell’organigramma della società io sono anche il tecnico dei salti in estensione. Ho in totale 10 atleti da cadetti in su. E per me sono 10 stupendissime individualità. 10 talenti che io non alleno, io insegno loro atletica leggera, anche con le sedute di teoria. Cerco di fare solo due cose, appassionarli a quello che fanno e creargli opportunità di sviluppare il loro talento. Il resto lo fanno loro da soli.
Tra le altre cose hai un ruolo anche nel Comitato Provinciale di Roma Sud in qualità di Consigliere, com’è andato questo primo anno?
Alla Grande!!! Sono molto contento. Non credo che ci sia bisogno di elencare quel gigantesco lavoro fatto quest’anno dal Comitato, perché era sotto gli occhi di tutti. Con Daniele Troìa alla guida del comitato, penso che nei prossimi tre anni si faranno cose ancora più belle.
Secondo te, su cosa c’è da lavorare di più per il movimento dell’atletica sul territorio provinciale?
Entusiasmare di più le società locali. Convincerli di andare nelle scuole e fare i missionari di atletica. Convincerli a cambiare la mentalità. Perché nel mondo moderno di oggi, dove c’è tanta distrazione rispetto al passato, è inutile stare ad aspettare che i ragazzi vengono a cercarti.
Cosa pensi sia necessario per avvicinare di più i giovani ad uno sport affascinante ma pieno di sacrifici come l’atletica?
Esempi! Tanti esempi di veri campioni. Una politica dello sport meno distorta verso il pallone. Molta più atletica in televisione. Ma questo in Italia, purtroppo non accadrà mai.
Spesso ti si incontra nei grandi appuntamenti dell’atletica internazionale con tutta la famiglia al seguito, sei stato anche ai Mondiali di Mosca 2013?
Ma come sarei potuto mancare ai Mondiali a casa mia? Ovviamente ci siamo stati. 12 giorni di pura passione e piacere.
Immagino che tra i tuoi idoli ci sia Yelena Isinbayeva. Quale altro atleta ammiri?
Tutti quelli che sono onesti e umili. Di atleti italiani in attività senza dubbio Fabrizio Donato e Marzia Caravelli, sono due esempi per tutti.
Hai un modello di atleta a cui ti rifai per l’insegnamento del salto in lungo?
No. Non c’è un solo modello. Ogni atleta ha le proprie caratteristiche fisiche e le capacità del tutto individuale. Anche se da atleta mi ispiravo un po’ a Robert Emmiyan.
Quale altra specialità segui con interesse?
TUTTE!
Italia e Russia, quali sono i punti di contatto e le differenze maggiori nel praticare l’atletica nelle due nazioni?
Le conoscenze nell’atletica moderna ormai sono di tutti. Le metodologie di allenamento sono ormai internazionali, quindi dal punto di vista di conoscenza non ci sono tante differenze. La differenza sta nell’applicare queste conoscenze. Ma la differenza maggiore è la scuola!!! La mancanza di attività motoria nelle scuole italiane fino alla scuola media. Cose incomprensibili per me. La base di tutto. E proprio questa base che fa tanta differenza.
Che cosa porteresti dalla Russia per migliorare il mondo dell’atletica italiana?
Qui non manca niente. Ci sono i talenti, c’è la passione e la conoscenza, però manca tutto il resto e proprio quello che porto dalla Russia. Non vorrei offendere nessuno con la mia risposta, non sono presuntuoso e solamente il mio punto di vista.
Ultima domanda: da quale tuo atleta ti aspetti maggiori miglioramenti nella prossima stagione?
Stiamo in piena preparazione fisica generale. Lavoro duro e faticoso, ma che serve per preparare e migliorare il fisico per la stagione che viene. E visto che tutti si dedicano con il massimo impegno, io sono convinto, che miglioramenti ne avranno tutti quanti.
Intervista a cura di Simone Proietti